L’Università di Bologna presenta il Report su caratteristiche e linee guida di utilizzo delle retine per la mitilicoltura
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QUI la registrazione dell’evento
Evento rivolto ad attori pubblici che possono accogliere la base di dati e i suggerimenti degli stakeholder per modifiche normative che interessano il settore della mitilicoltura.
“Con l’incontro di oggi ci rivolgiamo ad amministratori regionali, enti di parchi e aree protette – ha spiegato Nina De Marco, dottoranda dell’Università di Bologna che si sta occupando della parte tecnica delle azioni in cui l’Università è coinvolta nel progetto LUFE Muscles – sono infatti collegati i referenti della Regione Campania, Friuli Venezia Giulia, del Veneto, dell’Emilia-Romagna, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, l’Istituto Zooprofilattico di Teramo, il Parco Naturale del Conero, quello del Delta del Po”.
Dopo una contestualizzazione di Marzia Mattioli, coordinatrice di progetto per il capofila Legambiente, Nina De Marco ha descritto il corpo del report e più in particolare le macro categorie che riguardano innanzitutto le caratteristiche tecniche delle retine, poi l’uso e la sostituzione che se ne fa all’interno degli allevamenti e quindi anche le problematiche tecniche legate ad esso, stime numeriche di uso, consumo e dispersione e infine qualche dato sul recupero delle retine e dei consigli per un riciclaggio più efficiente.
Grande interesse e interventi stimolanti che hanno ribadito la disponibilità di coinvolgimento degli operatori del settore, anche ad adottare nuovi strumenti per rendere la mitilicoltura più sostenibile.
Da parte dei rappresentanti istituzionali, invece, la richiesta di momenti informativi e buone pratiche di sensibilizzazione e coinvolgimento da replicare.
L’evento si è concluso con una riflessione di Eraldo Rambaldi, direttore dell’Associazione Mediterranea Acquacoltori, che ha sottolineato come le attività di LIFE Muscles stiano suscitando un concreto interesse da parte dei mitilicoltori, che vogliono essere protagonisti di un nuovo modello di economia virtuoso, sostenibile e circolare. E non è sempre stato così.