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Ad AquaFarm LIFE Muscles promuove la transizione verso un modello di economia circolare per la produzione di mitili.

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Entra nel vivo il progetto finanziato dalla Commissione UE, con la sperimentazione delle reti in polimeri biodegradabili e compostabili e l’attivazione dell’impianto mobile di riciclaggio che darà una seconda vita alle calze per la mitilicoltura

 Alla Mostra Convegno internazionale su acquacoltura,
algocoltura e industria della pesca, tutti gli aggiornamenti sullo stato
di avanzamento del progetto.

Prendono avvio, nel secondo anno di progetto, le azioni di LIFE Muscles che rendono concreto il percorso verso una mitilicoltura più sostenibile.

L’allevamento di mitili viene condotto utilizzando retine, comunemente chiamate calze, di materiale plastico (Polipropilene): reti tubolari, dentro e intorno alle quali aderiscono e crescono le cozze (o muscoli, come vengono chiamati in Liguria), dal seme agli adulti fino al raggiungimento della taglia commerciale. Le retine vengono sostituite almeno due volte in un anno e, poiché l’operazione si compie in mare, una parte di queste può sfuggire al recupero o disperdersi accidentalmente in mare, anche a causa di eventi atmosferici estremi, sempre più frequenti.

Il progetto LIFE Muscles, partito nel 2021, mira a ridurre l’impatto delle calze disperse nell’ambiente e concentra le sue azioni sulle aree pilota del Nord del Gargano in Puglia e La Spezia in Liguria.

Secondo i dati di partenza a supporto di LIFE Muscles, emersi dall’esperienza internazionale di cooperazione transfrontaliera DeFishGear, che nel 2017 si concentrava in Italia nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio, le reti per la mitilicoltura costituiscono uno dei rifiuti con presenza significativa nei fondali marini del nostro Paese, con una dispersione annua che si attesta tra 7,88 e 9,45 tonnellate.

Oltre ai fondali, anche le spiagge risentono del problema e le iniziative di beach litter clean-up organizzate su molte spiagge italiane per sensibilizzare turisti, cittadini e operatori economici, confermano che questa criticità persiste.

Tutte le azioni del progetto, cofinanziato dal programma LIFE della Commissione Europea e coordinato da Legambiente, sono state presentate questo pomeriggio durante l’evento organizzato nell’ambito di AquaFarm a Pordenone, la fiera internazionale che riunisce le figure più autorevoli di ricerca e innovazione in acquacoltura.

“In quanto partner di progetto e partner della fiera AquaFarm 2023, abbiamo destinato uno spazio divulgativo per presentare LIFE Muscles ai produttori, alle Amministrazioni competenti, agli addetti ai lavori più esperti della filiera molluschicoltura e ai tantissimi ospiti internazionali che fino a domani popoleranno i padiglioni”: sono le parole di Eraldo Rambaldi, direttore dell’Associazione Mediterranea Acquacoltori che ha organizzato l’evento insieme a Legambiente.

 Gli interventi, moderati dalla giornalista Elisa Cozzarini, hanno descritto le attività che ogni partner sta portando avanti. Hanno contribuito alla discussione: Eraldo Rambaldi, Direttore di A.M.A.; Marzia Mattioli, Project Coordinator diLegambiente; Antonina De Marco, Dottoranda dell’Università di Bologna; Loris Pietrelli, Collaboratore Scientificodell’Università La Sapienza di Roma e membro del Comitato Scientifico di Legambiente; Selene Chinaglia, Ricercatrice di Novamont; Daniele Calore, Responsabile tecnico di Rom Plastica; Paolo Varrella, della Cooperativa Mitilicoltori Associati di La Spezia e Cristina Panti, Ricercatrice dell’Università di Siena.

Nel primo anno di progetto, LIFE Muscles ha lavorato per inquadrare lo stato dell’arte della mitilicoltura italiana, focalizzando l’attenzione nelle due aree pilota di Liguria e Puglia e coinvolgendo circa 100 stakeholder tra mitilicoltori, amministrazioni costiere, autorità portuali, enti di ricerca e cooperative di pescatori di 11 regioni italiane.

Legambiente ha elaborato informazioni sulle caratteristiche del settore e la normativa corrente, l’Università di Siena ha avviato i monitoraggi stagionali delle calze spiaggiate e delle microplastiche in superficie e nella colonna d’acqua, presso gli impianti di allevamento ligure e pugliese, al fine di identificare il background necessario all’implementazione delle attività di progetto. L’Università di Bologna ha definito le linee guida sulle proprietà e l’utilizzo delle retine negli allevamenti che ora, oltre ad essere disponibili per i mitilicoltori, sono necessarie per stabilire i parametri e le prestazioni che dovranno garantire le calze riciclate e in biopolimero.

Il modello di economia circolare introdotto da LIFE Muscles si basa su un processo di riciclaggio low cost grazie ad un impianto progettato da Rom Plastica, Legambiente e Università La Sapienza, che potrà trattare circa 300 kg al giorno di calze, riducendo in modo sensibile l’emissione nell’ambiente di nuovo polipropilene. Inoltre, il polipropilene recuperato si potrà rivendere (stimando un ricavo di circa 600-800 euro a tonnellata) o riutilizzare, permettendo ai mitilicoltori un notevole risparmio sui costi di acquisto. Queste azioni di progetto interessano l’area del Gargano, dove nel comune di Cagnano Varano è situato il vivaio dell’Ittica del Giudice, uno dei partner di LIFE Muscles che rappresenta il settore della mitilicoltura.

Ad integrazione delle attività di riciclo, Novamont, azienda leader mondiale nel settore delle bioplastiche e dello sviluppo di Bioprodotti e biochemical di origine rinnovabile, sta sviluppando e selezionando nuovi materiali innovativi, che non si accumulano in mare in caso di dispersione accidentale. I mitilicoltori della CMA del golfo di La Spezia sono pronti a validare le calze prodotte con i nuovi materiali Novamont e a testarne le performance. La biodegradabilità di questi biopolimeri può contribuire alla mitigazione del rischio ecologico in caso di dispersione accidentale, incrementando la sostenibilità del settore. La corretta raccolta e gestione delle applicazioni al termine del loro utilizzo rappresenta, inoltre, un’opportunità per valorizzare questi rifiuti attraverso il riciclo organico

“Il 2023 sarà un anno cruciale per il raggiungimento di obiettivi ambiziosi, che mirano a ridurre l’impatto dei rifiuti plastici nei nostri mari e sulle nostre coste – conclude Marzia Mattioli di Legambiente, coordinatrice del progetto – il contatto diretto con il mondo dell’acquacoltura, dell’allevamento dei molluschi e con quello dell’industria della pesca sostenibile può favorire l’innovazione circolare che vuole proteggere il mare e garantire un contributo di valore all’intero settore”.

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